In occasione delle festività pasquali riapre al pubblico il Giardino di Ninfa, in anticipo rispetto al tradizionale calendario, con l’apertura stagionale fissata per Domenica 31 Marzo. Il Giardino di Ninfa, perla unica nel suo genere, incastonato tra la pianura pontina e le pendici occidentali dei monti Lepini, deve il suo splendore alle particolari condizioni microclimatiche della zona.
All’interno del giardino di Ninfa si incontrano diciannove varietà di magnolia decidua, betulle, iris acquatici e una sensazionale varietà di aceri giapponesi, inoltre a primavera i ciliegi ornamentali fioriscono in maniera spettacolare.
Fra le 1300 specie che è possibile ammirare negli otto ettari di giardino ricordiamo il viburno, il caprifoglio, il ceanothus, l’agrifoglio, le clematidi, i cornioli, i meli ornamentali e l’albero dei tulipani.
Molte varietà di rose che si arrampicano sugli alberi e sulle rovine, bordano il fiume e i ruscelli: la R. banksiae, R. bracteata, R. x odorata ‘Mutabilis’, R. hugonis, ‘Ballerina’, ‘Iceberg’, ‘Max Graf’, ‘Complicata’, ‘Penelope’, ‘Buff Beauty’, ‘Mme. Alfred Carriere’, R.filipes ‘Kiftsgate’, ‘Gloire de Dijon’.
Il clima particolarmente mite di Ninfa permette anche la coltivazione di piante tropicali come l’avocado, la gunnera manicata del Sud America e i banani. Vi sono anche molti arbusti piantati non solo per la loro bellezza ma anche perché habitat adatto all’avifauna, oltre cento le specie registrate, e agli insetti.
(Giardino di Ninfa clicca per ingrandire)
Il borgo di Ninfa fu fondato nell’VIII° secolo, quando contava solo pochi abitanti. La posizione strategica, nei pressi della via Appia spesso impraticabile per la natura paludosa del luogo, era all’epoca l’itinerario quasi obbligato che metteva in comunicazione Roma e Napoli, diedero splendore e ricchezza al borgo che, nel corso dei secoli, passò sotto le proprietà di diverse famiglie nobiliari: i Conti Tuscolo, i Frangipani, fino ad arrivare ai Caetani. Nel 1382, nel corso delle frequenti guerre per la conquista di terre e potere, Ninfa fu distrutta e saccheggiata e mai più ricostruita.
Nel XVI secolo il cardinale Nicolò III Caetani, volle creare a Ninfa un “giardino delle sue delizie” che fui poi abbandonato alla sua morte; un altro tentativo di ridare vita a Ninfa fu fatto nel XVII° secolo dal Duca Francesco IV, costretto ad abbandonare in seguito per la presenza della malaria.
Durante l’Ottocento il fascino delle sue rovine attirò molti viaggiatori che percorrevano l’Italia riscoprendo l’antico: la “Pompei del Medioevo”, come la definì Gregorovius, era un luogo spettrale, magico e incancellabile dalla memoria di chi la vide.
La forma attuale è opera delle famiglie di Onorario e Roffredo Caetani, che a cavallo tra la fine dell’Ottocento e inizio del Novecento fecero di Ninfa il giardino che conosciamo oggi. Alla morte dell’ultimo discendente della famiglia, nel 1977, la proprietà e gestione dello splendido giardino fu affidata alla Fondazione Caetani che tuttora ne cura la manutenzione.
Fonti: latinatoday, fondazionecaetani
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