Vicenda Cascate di Mole Santo Stefano, il comune di Prossedi ordina la sospensione dei lavori

E’ una importante vittoria quella ottenuta dai comitati spontanei sorti per difendere le cascate del fiume Amaseno in località Mole di Santo Stefano, al confine tra le province di
Latina e Frosinone e dei comuni di Amaseno, Prossedi e Villa Santo Stefano. Il comune di Prossedi, infatti, sollecitato dall’indignazione di molti cittadini della valle dell’Amaseno, ha emesso una ordinanza, la n°19 del 13 Agosto u.s., con la quale ordina la sospensione dei lavori e “si riserva di comunicare entro i successivi 45 giorni dalla data della presente ordinanza i provvedimenti che si riterrà di adottare”.
Tutto nasce lo scorso mese di Luglio, quando un manufatto in costruzione appare alla vista di quanti percorrono la provinciale che corre parallela al fiume Amaseno, suscitando curiosità e interrogativi. Nonostante non sia possibile capire quai lavori siano in corso, molti pensano si tratti di opere di consolidamento per ripristinare un muro di contenimento crollato a causa del maltempo nel Marzo 2014 (vedi qui), dopo i lavori di riqualificazione di due anni prima, una serie di interventi messi in atto dalla XXI^ Comunità Montana per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente.
Nel breve volgere di qualche giorno, arrivano le prime risposte: quello che sta sorgendo alle cascate del fiume Amaseno è un manufatto per la produzione di energia elettrica, regolarmente autorizzato. A quel punto, mentre per alcuni c’è ben poco da fare per tentare di fermare quello che viene definito uno scempio a danno del paesaggio, altri si organizzano per tentare di salvare un angolo di natura incontaminata. Comincia il tam tam che parte dai social network e conquista l’attenzione dei giornali locali, fino ad arrivare al primo risultato concreto, l’ordinanza del sindaco di Prossedi.
Il lavoro dei comitati, sostenuti anche dalla consigliera regionale Daniela Bianchi e dai sindaci dei comuni interessati va comunque avanti, e sono già in programma le prossime mosse: Mercoledì 19 Agosto alle 21,30 presso il ristorante “Da Giotto” ci sarà un incontro per fare il punto della situazione e raccogliere fondi, mentre è stato chiesto informalmente ai sindaci di stilare un documento unitario e prendere posizione sulla questione, mentre una missiva verrà inviata alle principali autorità nazionali e locali: dal presidente della repubblica, ai ministeri competenti, fino alle amministrazioni provinciali e comunali coinvolte. La bozza del documento, che abbiamo visionato in anteprima, fa leva sull’utilizzo consuetudinario delle cascate come bene paesaggistico comune, così come del muraglione di contenimento realizzato per innalzare il livello dell’acqua e permettere l’irrigazione dei campi ai contadini.
“La battaglia è solo all’inizio”, fanno sapere dal comitato amasenese, ben risoluto ad andare avanti per tentare di restituire le cascate di Mole Santo Stefano ai cittadini, “come è stato da sempre”.
Di seguito le motivazioni che hanno portato all’emissione dell’ordinanza sindacale del comune di Prossedi:

  • Il locale tecnico è stato realizzato con struttura in c.a. anziché mediante cabine prefabbricate come indicato nelle prescrizioni dell’Autorizzazione Unica prot. n.52995 del 14.08.2014 rilasciata dalla Provincia di Latina;
  • La scala esterna in ferro per l’accesso al locale tecnico non è presente sull’elaborato grafico (tavola n.2– data ott. 2011)in atti al Comune e risulta realizzata in maniera difforme da quella indicata nel progetto inviato al SITAS per la richiesta di autorizzazione sismica;
  • Risultano incongruenze tra il progetto definitivo autorizzato dalla Provincia di Latina in atti presso il Comune di Prossedi e il progetto definitivo allegato alla richiesta di autorizzazione sismica inviata al SITAS;
  • Opere di sistemazione del terreno hanno causato l’ostruzione del canale dichiarato in disuso sugli elaborati e ritenuto invece necessario per il deflusso delle acque meteoriche dai terreni confinanti in caso di allagamento dell’area;
  • Da un esame a vista del cantiere le opere eseguite risultano delocalizzate di circa mt. 20,00 rispetto alla posizione indicata nella planimetria ubicativa del progetto definitivo autorizzato;

http://feeds.feedburner.com/blogspot/kuyeF

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*