Sicuramente sono opera dei romani i resti a pozzo della Regina

AMASENO – La forte siccità che ancora attanaglia Amaseno ha causato il prosciugamento anche del cosiddetto “Pozzo della regina”, collegato alla fonte di Don Chei. Stiamo parlando di una
riserva d’acqua superficiale, un vero e proprio laghetto naturale, alimentato da una sorgente sotterranea che, mai in passato, si era completamente prosciugato. Un bacino da cui attingevano
preziosa acqua gli agricoltori del circondario, per i loro animali come per i campi. Ebbene, ora che è prosciugato, il pozzo della Regina ha lasciato emergere le tracce di antiche costruzioni, risalenti probabilmente all’epoca romana. Per le modalità di realizzazione e visti i materiali usati, mattoni compattati con malta idraulica, si capisce che anche anticamente quel punto era sfruttato per la captazione delle acque, andando a rifornire l’antico acquedotto romano, di cui esistono ancora tracce sul territorio. In quel luogo, inoltre, ricercatori locali fanno risalire anche la presenza di un vero e proprio complesso termale, successivamente trasformato, in epoca medievale, in punto di ristoro per i pellegrini ed i viandanti in transito nella zona. In ogni caso, impianti di vario genere,usati per vari scopi oltre quello dell’approvvigionamento idrico e della captazione delle acque. Non a caso, poco distante, si trova la cosiddetta Fontana degli Ammalati, le cui acque sono state sempre ritenute ottime e dalle proprietà terapeutiche. Ipotesi confermata anche in epoca recente, quando analisi avevano riconosciuto a quell’acqua proprietà diuretiche e, perciò, un valido aiuto per arginare patologie quali l’ipertensione. Così, intorno alla sorgente, presto si è sviluppata una zona turistica, tra l’altro soggetta ad interventi di riqualificazione da parte del comune, terminati da poco.
Ebbene, per gli amanti della storia e per gli appassionati della ricerca, anche se ora non c’è l’acqua, esiste la possibilità di ammirare e studiare quei resti romani affiorati e chissà che, grazie all’emergenza idrica, non si possano sviluppare nuovi filoni di studio sul territorio. Marco Bravo

Informazioni su Lara Celletti 1026 Articoli
La prima giornalista donna della Valle dell'Amaseno, tra le province di Frosinone e Latina, iscritta all'ordine nazionale dei giornalisti (pubblicisti) Lazio - dal 1996, laureata in lettere moderne nel 1996 e scienze dell'educazione nel 2010 presso l'ateneo di Cassino, Frosinone. Insegnante di lettere presso IPSSEOA di Ceccano. Ha lavorato in giornali nazionali come Il Tempo ed Il Messaggero (redazioni di Frosinone) Ciociara oggi e l'Inchiesta di Cassino. Ha pubblicato un saggio di storia locale sul Busto di San Tommaso Veringerio, finanziato dall'amministrazione provinciale di Frosinone. Dopo l'acquisto autonomo ed il restauro a proprie spese di stabili antichi, nel centro storico di Amaseno, ha creato locazioni idonee per tutte le possibilità economiche a pochi passi dalla collegiata gotica di Santa Maria in Amaseno in provincia di Frosinone. Presso l'IIS Ceccano FR ha svolto per sei anni un progetto laboratorio di giornalismo e comunicazione con gli studenti. Oltre che di Amaseno News è stata direttore dei giornali: La Voce di Villa (edito è stampato dal comune di Villa Santo Stefano) InformAmaseno (edito dal comune di Amaseno) e La Voce di San Giovanni (paese in provincia di Frosinone dove attualmente risiede)

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