Tutti quelli che hanno percorso il centro storico si saranno accorti di aver calpestato uno speciale pavimento fatto di Sampietrini, di porfido o di altri materiali come il basalto, si tratta della pavimentazione più in uso nei nostri centri storici italiani. Bisogna dire, però, che originariamente, in epoca medioevale, il centro storico non era propriamente lastricato in questa maniera e che questo tipo di copertura non ha valore artistico, nemmeno storico ma è molto gradevole e si sposa bene con i portali originali che hanno, invece, un grande significato artistico, storico ed architettonico. Si è optato per questa scelta stilistica visto che era la più confacente con l’architettura degli antichi borghi ciociari ed italiani di origine prevalentemente alto medioevale. Non sono l’ideale per chi indossa tacchi alti o a spillo ma ideali per mocassini e zeppe. Dalla Treccani ci piace citare: ampietrino (o sanpietrino) s. m. [dal nome dell’apostolo e, rispettivam., della basilica e della piazza di S. Pietro a Roma]. – 1. Moneta di rame del valore di baiocchi 2 e 1/2, emessa in grande abbondanza da molte zecche dello stato della Chiesa durante gli ultimi anni del pontificato di Pio VI a cominciare dal 1795, e ritirata dalla circolazione nel 1801; al diritto ha il tipo di s. Pietro, a mezza figura, di profilo, al rovescio l’indicazione del valore, il nome della città e il millesimo. 2. Nome dato correntemente agli addetti alla manutenzione ordinaria e all’addobbo della basilica di S. Pietro in Roma. 3. Elemento lapideo di leucitite, a tronco di piramide a base quadrata, usato a Roma per la pavimentazione di varie strade urbane e, fra l’altro, della piazza S. Pietro.
- si legge sul vocabolario: <<Il sampietrino, detto anche “selcio”, è il piccolo blocco di selce estratto dalle cave poste ai piedi dei Colli Albani (ma anche dalle zone vulcaniche del viterbese). Per estensione si usa la stessa definizione anche per blocchetti simili di altro materiale, per esempio porfido.
I primi “selciati” appaiono nella tradizione romana in età abbastanza moderna: inventati nel Cinquecento per far scivolare meglio le carrozze, poiché in grado di essere levigato dall’attrito dei carri, hanno preso il nome di “sanpietrini” o “sampietrini” perché i primi furono messi appunto in piazza San Pietro….
infatti:
Papa Sisto V nel il 1585 li usò per la prima volta, mentre Clemente XII Corsini nel 1736 ne fece largo uso sulle strade dei rioni (allora ancora 14) e su via del Corso, dove nei giorni delle corse venivano ricoperti con sabbia e trito di tufo. L’uso del sampietrino per lastricare le strade soprattutto di Roma si fa via via più frequente nei secoli XVII e XVIII. Con l’Unità d’Italia il sampietrino diventa un materiale molto richiesto.
A piazza Navona, dopo la Breccia di Porta Pia (1870), fu rinnovata la pavimentazione con la costruzione di un grande marciapiede centrale in sampietrini>>.
Tornando a noi, bisognerebbe averne cura, tenere pulite le zone fatte di questo pregiato tipo di pavimentazione e soprattutto non distruggere le malte che li legano con detersivi o solventi, o peggio, con il passaggio continuo di mezzi meccanici. E’ bello dire che originariamente le viuzze che costituiscono i vicoli del centro storico erano coperti di spina di pesce con scoli laterali, una soluzione bicroma, pietra locale e cotto, che consentiva e favoriva lo scolo dell’acqua.
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