
Danneggiare i beni pubblici è reato. Danneggiare la segnaletica dando informazioni fuorvianti agli utenti è reato. Spruzzare i muri con vernice acrilica è reato, procurare allarmi ai cittadini con notizie assurde circa insetti che ci invadono o devastanti epidemie (mai dimostrate scientificamente) è reato. Fare politica in questo modo è inutile, non serve a costruire ma a distruggere e soprattutto a dare una falsa immagine del nostro paese ai visitatori, ai turisti, ai pellegrini. Non è questo il modo di esprimere idee e dissenso, non si comunica danneggiando i beni pubblici ma si comunica dialogando democraticamente. Ovviamente, il senso delle scritte rinvenute domenica 9 agosto (proprio alla vigilia della festa patronale) sui vari cartelli d’ingresso ad Amaseno (e prontamente rimosse dal comune), richiama la polemica in corso che ha come fulcro il comparto zootecnico. Alleghiamo la risposta dell’amministrazione e le foto dei cartelli segnaletici che sono stati imbrattati dai soliti ignoti. Non esiste una giustificazione e non esiste una spiegazione, è solo barbarie e voglia di distruggere i sacrifici degli altri rovinando il buon decoro. In barba a tutti, le strutture turistiche stanno lavorando ed il settore agro zootecnico va molto bene e finanzia opere di pregio. Se esistono problemi si devono discutere nelle sedi preposte con tanto di documentazione e dimostrazione, e non rompendo gli arredi urbani. I cittadini per bene e gli amministratori non si adeguano e non accettano la definizione di “stalla” ma ribadiscono che Amaseno è un borgo dove predomina arte, storia e cultura. Castello e abbazia, mura di cinta e portali antichi rendono il centro storico unico nel suo genere. Anche fuori le mura ci sono attrattori artistici significativi che andrebbero riqualificati con azionariato sociale, sarebbero queste le cose da fare, un polo didattico con corsi pomeridiani e laboratori, magari un centro per il riutilizzo dei materiali dismessi ed una sartoria sociale …tutto meno che scrivere sui segnali stradali

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