DOVREBBE ESSERE UN PARCO, SI TROVA IN PIENO CENTRO, MA I SOLITI INCIVILI LO USANO COME PATTUMIERA

I CITTADINI SEGNALANO QUESTA SITUAZIONE

Amaseno – Dovrebbe essere un parco pubblico destinato alla sosta ed al relax ed invece, a causa dei soliti incivili, è trasformato in una vera e propria discarica a cielo aperto. Tutte le mattine i passanti non fanno altro che notare resti di movida notturna che fanno male al decoro cittadino. Sul manto erboso dell’area a verde di via Aldo Moro, infatti, risaltano bottiglie lasciate a terra insieme a carte e plastiche di vario genere, rifiuti che tranquillamente avrebbero potuto essere smaltiti nell’apposito cassonetto dedicato alla loro raccolta. Un problema soprattutto di carattere comportamentale, visto che quelle buste di patatine, bottiglie, bicchieri e quant’altro, qualcuno li butta a terra, incurante di fare un danno al patrimonio comune. Non si tratta solo di una questione d’immagine e di decoro visto che recentemente il parco è stato attrezzato con delle macchine per il fitness, quindi potrebbe essere utilizzato da chiunque, bambini, ragazzi ed adulti. Tra immondizia ed erba non tenuta costantemente nella dovuta cura, diventa un problema passeggiare per il parco né tantomeno fare qualche esercizio ginnico. Senza pensare che quello di via Aldo Moro è un piccolo parco proprio a ridosso del mercato settimanale, quindi anche molto in vista a chi non è del paese. In molti, inoltre, da tempo, segnalano la pericolosità di alcuni dei pini piantati nell’area che, quanto meno, avrebbero bisogno di urgente potatura. La nuova amministrazione sta cercando di risolvere al più presto questa come altre problematiche legate al verde pubblico ma il comune di Amaseno attualmente non ha operai e tutto è affidato alla ditta che effettua il servizio di raccolta differenziata e ad interventi straordinari. Mentre si cercano soluzioni stabili, la giunta Gerardi ha intanto deciso, insieme a Proloco e Protezione civile, di organizzare delle giornate ecologiche per la pulizia degli spazi pubblici. Marco Bravo

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*