Abbiamo assistito in questi giorni come senza successo il consigliere Lancorai abbia provato ad animare un dibattito sull’aumento dell’Irpef dallo 0,4 allo 0,6 per cento. Cominciamo con il dire appunto che l’aliquota era ferma allo 0,4 e non allo 0,2 come scrive nel tentativo di prendere ancora una volta in giro i cittadini o ancora peggio senza sapere di cosa parla. Un sacrificio sull’altare del bilancio di previsione necessario per coprire le maggiori spese dovute ai costi per le utenze ed all’indebitamento scaturito dal disavanzo conseguente all’adozione delle misure imposteci dalla corte dei conti e la cancellazione del residuo della piscina comunale di colle pece. A questo si aggiunge l’inflazione del momento storico che stiamo vivendo e che non risparmia i comuni. Così come certi beni sono aumentati per le famiglie, sono aumentati anche per gli enti. Penso ai materiali edili, ai materiali di consumo, ai carburanti solo per citare qualche esempio. Tutte queste condizioni ci hanno costretto estremamente ed a malincuore ad aumentare l’addizionale Irpef in tutti gli scaglioni, rendendola comunque molto contenuta rispetto alla quasi totalità dei Comuni della Ciociaria e d’Italia che si attestano all’aliquota massima dello 0,8. Allo 0.6, invece, ci attestiamo ancora tra i comuni della provincia e d’Italia in cui si paga l’irpef più bassa. Significa che a parità di stipendio il lavoratore dipendente castrese prenderà un netto in busta più alto rispetto ai propri colleghi degli altri comuni. L’incremento di 0.2 punti percentuali andrà così ad incidere: i redditi inferiori a 15.000 pagheranno 19 euro in più l’anno; 30 euro il sacrificio richiesto a i redditi tra i 15.000 ed i 28.000; 56 euro in più saranno trattenute ai redditi tra 28.000 e 50.000; almeno 100 euro per i redditi superiori a 50.000 euro. Sia chiaro che a nessuno piace aumentare le tasse, men che meno al sottoscritto. Tuttavia questo aumento servirà a garantire servizi che spesso diamo per scontati, ma dietro i quali c’è un’amministrazione che lavora incessantemente per difenderli e per reperire le risorse necessarie a non tagliarli.
All’opposizione chiedo l’onestà intellettuale di risparmiarci la solita solfa sulle spese delle “festicciole” poiché quest’entrata finanzia un bilancio previsionale realistico e prudenziale nel quale abbiamo dato la direttiva di consolidare le previsioni richieste nei settori più delicati, quali sociale e istruzione, concentrando i tagli di spesa necessari nei capitoli più discrezionali, ma non per questo meno importanti. Una misura sofferta e necessaria, ma comunque contenuta.
Lascia un commento