AMASENO – La siccità del periodo se da una parte preoccupa, dall’altra consente la visione di quello che è un vero e proprio museo all’aperto. Resti sicuramente romani, a causa del ritiro delle acque, sono infatti emersi dal cosiddetto “Pozzo della regina”, vicino la fonte di Don Chei. Stiamo parlando di una riserva d’acqua superficiale, una sorta di laghetto naturale, alimentato da una sorgente sotterranea che, talvolta, si prosciuga lasciando a vista i preziosi segni di un tempo lontano. Un bacino da cui si attinge ancora preziosa acqua, soprattutto per gli animali e per i campi. A considerare le modalità di realizzazione e visti i materiali usati, mattoni compattati con malta idraulica, si capisce che anche anticamente quel punto era sfruttato per la captazione delle acque. Infatti, come emerso da studi fatti, andava a rifornire l’antico acquedotto romano, di cui esistono altre tracce sul territorio, che si spingeva fino a Terracina. In quel luogo, inoltre, ricercatori locali fanno risalire anche la presenza di un vero e proprio complesso termale, successivamente trasformato, in epoca medievale, in punto di ristoro per pellegrini e viandanti in transito nella zona. In ogni caso, impianti di vario genere, usati per diversi scopi oltre quello dell’approvvigionamento idrico e della captazione delle acque. Non a caso, poco distante, si trova la cosiddetta Fontana degli Ammalati, dalle acque ottime e con proprietà terapeutiche. Ipotesi confermata anche in epoca recente, con analisi che hanno riconosciuto a quell’acqua caratteristiche diuretiche. Così, intorno alla sorgente, nel tempo si è sviluppata una zona turistica, con vari interventi di riqualificazione da parte del comune. Adesso, finchè non arriveranno abbondanti piogge, gli appassionati di storia potranno ammirare e studiare i resti romani affiorati. E chissà che si decida di musealizzare l’area prima o poi.

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